Grosso Antozoo ermatipico, coloniale, dell'ordine delle Scleractinia, famiglia delle Faviidae; è diffuso nell'Oceano Atlantico occidentale:
Mar dei Caraibi, Golfo del Messico, Isole Antille, Cuba, Santo Domingo, Colombia, Venezuela, Brasile; colonizza le aree sabbiose, ricche di elementi in sospensione,
fino ad una profondità di 50 metri.
Sessile, presenta un corpo cilindrico, detto colonna, formato da due strati di tessuto epiteliale, lo strato esterno è chiamato Ectoderma mentre quello
interno Endoderma o Gastroderma, separati da un terzo strato, di consistenza gelatinosa, chiamato Mesoglea; la colonna è ricoperta da uno scheletro
calcareo esterno, a forma di meandro, detto Corallite; i coralliti, dalla sezione verticale ad "U", sono larghi 5 / 10 mm, profondi fino a 6 mm e presentano una
sezione orizzontale a meandroide molto profonda ed intrecciata con i coralliti degli Antozoi vicini; ogni corallite è dotato di numerosi setti radiali che oltrepassano
il bordo di 2 / 4 mm; all'interno del meandro sono posizionati i tessuti molli ancorati ai setti radiali; lo scheletro calcareo è completamente ricoperto dal
Cenosarco, un tessuto epiteliale canalizzato che collega tutte le cavità gastriche dei polipi; l'apertura orale è circondata da un disco orale, piatto e carnoso,
circondato, a sua volta, da una corona di corti tentacoli; il bordo del disco orale presenta evidenti scanalature in corrispondenza dei setti sottostanti; al centro del
disco orale è posto lo stoma, che mette in comunicazione con la cavità gastrovascolare interna, detta Celenteron, suddivisa in sei camere radiali; il celenteron
assolve sia alla funzione digestiva che a quella respiratoria.
La colonia, formata da molti polipi, talmente uniti da sembrare un corpo unico, è caratterizzata da uno scheletro calcareo dalla forma globulare o
a cuscinetto, prodotto dal cenosarco comune, sul quale si sviluppano radialmente i coralliti dei singoli individui, molto vicini ed intrecciati gli uni agli altri ma non
tanto da condividere le pareti dei coralliti stessi con i polipi vicini, separati da solchi profondi e larghi 5 / 8 mm, disposizione Meandroide; alla morte di un
individuo il cenosarco provvede a livellare lo spazio risultante per permettere l'insediarsi ad un nuovo polipo; in tal modo la colonia cresce nel tempo di diametro.
Le colonie sono, generalmente, di un colore marrone chiaro o giallo oro con i dischi orali leggermente più chiari; il colore è variabile per la quantità di
alghe simbionti, del genere delle zooxantelle, più o meno presenti nel cenosarco; a volte si notano effetti fluorescenti prodotti da pigmenti di protezione dai raggi UV.
Di notte, in posizione di riposo, dal cenosarco carnoso si elevano numerosi tentacoli urticanti lunghi sino a 20 mm rendendo l'individuo molto simile
ad una attinia (Sclerattinia).
In situazione di normale illuminazione, invece, i polipi carnosi si gonfiano enormemente formano un'unica massa di tessuto, esponendo in questo modo
quanto più cenosarco possibile alla luce, per favorire la fotosintesi delle Zooxantelle in esso contenute.
Il Zooxanthella, è un genere di microscopiche alghe unicellulari, comunemente denominate zooxantelle, che vivono in simbiosi con i polipi delle
Faviidae e con altre specie di invertebrati marini (Acropora, Alcyoniidae, Merulinidae, Pocilloporidae, Tridacna); esse, come tutti gli organismi vegetali,
assorbono l'anidride carbonica ed i sali minerali e, grazie alla luce solare, li trasformano in numerose sostanze nutritive che vengono successivamente cedute
all'organismo che le ospita; in questo modo la Diploria labyrinthiformis che ospita le zooxantelle riceve gran parte del nutrimento che gli occorre dalla simbiosi.
Antozoo decisamente robusto e resistente, la Diploria labyrinthiformis preferisce essere collocato nella vasca in corrispondenza di una corrente di
acqua di media o forte intensità, ottenuta con l'uso delle apposite Pompe di Movimento, tale da far
muovere i tentacoli, quando sono estroflessi, senza però strapazzarli troppo; ha bisogno, inoltre, di una intensa illuminazione, preferibilmente con luce di
colorazione fredda, 10.000 K° ed oltre, ottenuta con lampade fluorescenti lineari o con lampade HQI.
Per prolungare la sua permanenza in acquario, è indispensabile mantenere un pH elevato, elevati livelli di Calcio, Magnesio e Stronzio ed inoltre
i livelli di fosfati e nitrati il più vicino possibile allo zero.
Per il suo ottimale mantenimento in acquario sono necessarie vasche con acqua ben ossigenata e filtrata, meglio se tramite un
Filtro Esterno pressurizzato con la portata oraria di almeno quattro volte la capacità dell'acquario;
per mantenere i nostri ospiti in perfetta salute è meglio effettuare regolari trattamenti con un Ozonizzatore
di adeguata portata, meglio se effettuati all'interno di un'apposito Schiumatoio.
E' molto consigliabile preparare l'acqua dell'acquario con Sali Marini sintetici di ottima
qualità, il costo superiore verrà ammortizzato in poco tempo, effettuare abbondanti cambi parziali, preceduti da un'accurata sifonatura del fondo, ed aggiunte
settimanali di Oligoelementi e Bioelementi, nonché integratori di Calcio, Magnesio e Stronzio.
Antozoo ermatipico, in natura si nutre sia dei nutrienti prodotti dalle alghe Zooxantelle che di piccoli organismi plantonici che cattura con i suoi
tentacoli urticanti.
In acquario va nutrito con plancton surgelato o Liofilizzato, fatto rinvenire
qualche minuto in acqua, preferibilmente la stessa dell'acquario, oppure con un apposito mangime per filtratori, da spuzzare con una apposita siringa nei pressi
della colonia durante le ore crepuscolari o notturne, quando i polipi estroflettono i tentacoli.
Appartenendo all'ordine delle Scleractinia è soggetta a limitazione nell'importazione, necessita infatti di un certificato
C.I.T.E.S.
Per la sua robustezza e la facilità dell'allevamento è comunque consigliabile anche per un acquariofilo alle sue prime esperienze con l'acquario di
barriera; l'unica precauzione da prendere consiste nel tenerlo lontano da altri invertebrati sessili in quanto i suoi tentacoli sono più urticanti di quelli del
genere Dipsastraea.