Piccolo, bellissimo perciforme della famiglia degli Osphronemidae; proviene in origine dall'Indonesia: endemico nei piccoli corsi d'acqua della foresta pluviale del Brunei e del Sarawak, nel
Borneo settentrionale; nonostante la sua bellezza è allevato solo da pochi appasionati.
Presenta un corpo di piccole dimensioni, fusiforme, molto allungato, di sezione quasi cilindrica, poco compresso lateralmente; la testa è relativamente grande ed appuntita; la bocca, molto grande,
dalle labbra carnose e con la mascella protrattile, è posta in posizione terminale e decisamente orientata verso l'alto; all'interno della cavità orale i denti sono presenti solo sulle ossa mandibolari e mascellari
e non sul palato o sul vomere, sono anche presenti tre serie di denti interni, due serie, denti cerato-branchiali e denti faringo-branchiali, superiori ed una serie, denti para-sfenoidi, inferiore; l'opercolo
branchiale è dotato di un preopercolo articolato e di un lembo cutaneo inferiore (membrana branchiostega) che possono essere entrambi dispiegati per mostrare l'ampio sottogola vivacemente colorato; tutto il
corpo è ricoperto da scaglie ctenoidi mentre la linea laterale è dritta e completa; il peduncolo caudale, molto largo, è poco distinguibile; caratteristica molto particolare consiste nella presenza di un particolare
organo detto Labirinto che, posto sopra la cavità branchiale e in comunicazione con essa, permette al pesce di assorbire aria atmosferica per l'ossigenazione del sangue; questo organo permette al Betta
macrostoma di sopravvivere anche in acque poverissime di ossigeno.
La pinna dorsale, sostenuta da una spina rigida e da 9 / 11 raggi molli, ha una forma trapezoidale, poco pronunciata in altezza e dal margine molto arrotondato, termina con un lobo posteriore allungato; la
pinna anale, di forma trapezoidale e sostenuta da una spina rigida e da 24 / 27 raggi molli, si estende su tutto il ventre e termina con un piccolo lobo posteriore dall'apice arrotondato; la pinna caudale, di forma
trapezoidale, ha il margine fortemente arrotondato; contrariamente agli altri Osphronemidae le pinne ventrali non si sono trasformate in un raggio con funzione sensoriale; sono poste in corrispondenza della
fine dell'opercolo branchiale e delle pinne pettorali, hanno una forma a falce lunga e sottile e la prima spina che si prolunga in una specie di filamento; le pinne pettorali, poste poco oltre la fine dell'opercolo
branchiale, hanno una forma trapezoidale con il margine arrotondato.
Molto spesso i raggi della pinna dorsale, di quella anale e di quella caudale fuoriescono appena dalla membrana interradiale dando alla pinna un aspetto leggermente seghettato.
Vi sono notevoli differenze di livrea tra gli esemplari di sesso maschile e quelli di sesso femminile.
La livrea degli esemplari di sesso maschile è molto colorata ed appariscente: il corpo è di un color rosso vivo, con leggeri riflessi arancioni e due linee longitudinali brune, non sempre visibili; la
testa è scura, quasi nera, con riflessi verdastri, sopratutto sulla fronte; sull'opercolo branchiale è disegnata una macchia di color arancione; la pinna dorsale, di un colore arancione e con il margine distale di
color turchese, ha sul margine posteriore, appena sopra il dorso, una macchia di color giallo oro, interrotta centralmente da una o 2 piccole barre nere, mentre il resto della pinna è cosparso da piccole macchie,
sempre di color giallo oro; la pinna anale, di un color rossastro come il corpo, ha il margine distale percorso da un bordo scuro, grigio antracite o nero; la pinna caudale, di un color rossastro come il corpo e
con il margine distale turchese, è percorsa da alcune bande semicircolari, di color nero, alternate ad altrettante di color giallo oro; le pinne ventrali sono di colore nero, con gli apici di color turchese, mentre
le pinne pettorali sono semi-trasparenti con riflessi turchesi ed alcune marezzature nere.
La livrea degli esemplari di sesso femminile è, invece, poco colorata: di un color grigio rosato e con il dorso di un color verde oliva slavato; sul fianco presenta due righe longitudinali, di un color
brunastro; una di queste righe longitudinali passa sull'occhio mentre l'altra poco al disopra; alla fine del pedincolo caudale è presente un piccolo punto scuro, nero o brunastro; le pinne sono semi-trasparenti.
La presenza del Labirinto ha permesso al Betta macrostoma di occupare una nicchia ecologica veramente unica; in natura questo piccolo perciforme vive nelle risaie, nelle paludi,
nei piccoli stagni, negli acquitrini e perfino nelle pozze causati dalle continue piogge durante le stagioni monsoniche; il fondale è composto principalmente da ghiaia mentre foglie ed altri residui vegetali
in decomposizione rendono l'acqua leggermente ambrata.
Il maschio, estremamente territoriale ed aggressivo, crea un piccolo harem di femmine che difende strenuamente dagli altri maschi; la prima azione di questa difesa consiste nella parata,
durante la quale, per sembrare più grande e potente, il maschio dominante allarga il più possibile le pinne ed apre la bocca; poi, con movimenti a scatti, si affianca al rivale tremando
per intimorirlo; se ancora non basta per far desistere l'intruso inizia il vero e proprio attacco; i due contendenti si prendono per la bocca e cominciano a tirare.
Purtroppo questa notevole aggressività viene anche rivolta a pesci di altre specie che rassomigliano, anche lontanamente, ad un maschio; è consigliabile allevare un maschio insieme ad un ristretto
gruppo di femmine in un piccolo acquario dedicato oppure in un acquario di comunità popolato da altri piccoli pesci con le pinne corte come, ad esempio, Trichopodus trichopterus, Trichopodus leerii,
Trichopodus microlepis, Chromobotia macracanthus; in entrambi i casi la vasca dovrebbe essere arredata con molte piante, anche galleggianti, rocce e legni di torbiera; abbastanza esigente
per quanto riguarda i valori chimici e fisici dell'acqua; un'altra avvertenza da tenere in mente: tenendo conto che respira anche aria atmosferica, è consigliabile mantenere l'aria al disopra dell'acquario alla
stessa temperatura dell'acqua, sistemando sopra la vasca un vetro di copertura.
Carnivoro, in natura si ciba di piccoli crostacei, vermi, uova e larve di insetto; in acquario è esigente per quanto riguarda l'alimentazione: è meglio somministrare frequentemente artemie e
chironomus surgelati, a volte accetta anche il Mangime Liofilizzato ed il mangime secco in scaglie o in microgranuli.
La riproduzione in un acquario domestico è possibile anche se non facile, perchè il maschio è un incubatore orale e tende ad inghiottire le uova se disturbato; anche se è facile distinguere i sessi
è sempre meglio far formare una coppia affiatata in un gruppo di giovani esemplari; per la riproduzione conviene allestire una vasca dedicata, di piccole o medie dimensioni, con l'acqua delle caratteristice
indicate; è conveniente che la vasca abbia i vetri oscurati e sia posta in un luogo molto tranquillo; come arredamento è meglio non mettere alcun fondale, basta inserire qualche pianta galleggiante; completare
il tutto con un termoriscaldatore ed un piccolo filtro a spugna sintetica.
Il corteggiamento si prolunga per molto tempo; il maschio si avvicina alla femmina con la bocca aperta e le pinne completamente erette mentre la femmina sfugge di lato; solo quando la femmina è
pronta si mette di traverso davanti al maschio che, allora, l'avvolge nell'abbraccio tipico degli Osphronemidae; la femmina espelle le uova in piccoli gruppi ed il maschio le feconda immediatamente;
entrambi raccolgono le uova fecondate e la femmina le ripone nella bocca del maschio; una volta che il maschio ha in bocca tutte le uova fecondate il ciclo di espulsione, fecondazione e raccolta si ripete;
é importante dare la massima tranquillità possibile al maschio che incuba le uova in bocca pertanto conviene lasciare la femmina nella vasca per non stressarlo.
La durata dell'incubazione orale da parte del maschio dura dai 14 ai 35 giorni; al termine dell'incubazione il maschio inizierà a rilasciare avannotti già ben formati e capaci di nuotare; gli
avannotti vanno nutriti per i primi giorni con infusori, rotiferi, parameci o con gli appositi mangimi liquidi; dopo poco tempo si possono somministrare naupli di artemia salina fatti appositamente dischiudere.
In definitiva è un pesce molto consigliabile per un appassionato alle sue prime esperienze.