Piccolo siluriforme della famiglia dei Callichthyidae; è originario del bacino imbrifero del
Rio delle Amazzoni: Rio Guaporè e suoi affluenti, in Bolivia e Brasile;
ormai questa specie è riprodotta ed allevata intensivamente per l'acquariologia.
Questa specie ha ricevuto il nome in onore del Dott. Günther Sterba, biologo ed autore del libro Freshwater Fishes Of The World.
Presenta un corpo ovoidale, corto e tozzo, con il dorso decisamente convesso ed il ventre quasi piatto; la testa e la parte anteriore del corpo sono racchiuse in una
scatola ossea rigida mentre la parte posteriore è ricoperta da piastre ossee mobili che, nell'ordine di due file orizzontali, sono connesse tra di loro a mo' di embrice ( tegola
romana o tegola piana ); la testa è relativamente grande ed appena allungata; davanti agli occhi sono presenti due piccole narici tubolari, con funzioni olfattive; la bocca, piccola,
è posta in posizione sub-ventrale ed è contorniata da tre coppie di bargigli carnosi, quattro lunghi e due corti, utilizzati come organi di senso; il peduncolo caudale è ben distinto;
una caratteristica peculiare deriva dal fatto che può integrare la respirazione branchiale con l'assorbimento dell'ossigeno attraverso la membrana intestinale: non è raro infatti che
il Corydoras sterbai salga a galla, letteralmente, a "prendere una boccata d'aria".
La pinna dorsale, dalla forma triangolare e sviluppata in altezza, è sorretta da una spina rigida, piuttosto massiccia, e da 7 raggi molli poco ramificati; essa è posta al
centro del dorso e termina con un piccolo lobo posteriore; dietro la pinna dorsale è presente una piccola pinna adiposa, posizionata appena prima del peduncolo caudale; la pinna anale,
piccola e sorretta a sua volta da 1 o 2 spine rigide e da 5 o 6 raggi molli, ha una forma trapezoidale ed è posta in corrispondenza della pinna adiposa; la pinna caudale, dal profilo
a delta, ha il margine appena inciso e diviso in due lobi asimmetrici, con il superiore leggermente più piccolo dell'inferiore, e con gli apici appuntiti; le pinne ventrali, piccole e
dalla forma triangolare, sono poste in corrispondenza della pinna dorsale; le pinne pettorali, grandi e dalla forma triangolare, hanno la prima spina rigida massiccia, molto sviluppata
e leggermente seghettata posteriormente.
La livrea è molto colorata; il fianco è di un grigio argento, con intense sfumature di color giallo oro, mentre il ventre è di un color grigio argento; sulla testa e sulla
parte anteriore del fianco, sino all'inizio della pinna dorsale, sono presenti numerose macchie vermiformi, scure, che formano un intricato mosaico; sulla parte posteriore del fianco
sono invece presenti 7 / 9 file longitudinali, irregolari ed a volte intersecantesi, di colore scuro; la pinna dorsale, semi-trasparente, con i raggi argentei, è attraversata da 3 / 5
file trasversali di puntini scuri; anche la pinna caudale è semi-trasparente, con i raggi argentei e 4 o 5 file trasversali di puntini; le pinne ventrali e pettorali hanno la prima
spina di un intenso color giallo canarino e sono attraversate da file trasversali di puntini.
Pesce gregario, molto pacifico, di abitudini crepuscolari e notturne, passa quasi tutto il tempo nascosto sul fondo dell'acquario a cercare avanzi di cibo che trova con i suoi
lunghi bargigli; è molto adatto agli acquari di comunità, anche in compagnia di pesci piccoli ed altrettanto pacifici, come Paracheirodon axelrodi, Paracheirodon
innesi, Hyphessobrycon amandae, Hyphessobrycon herbertaxelrodi, Hyphessobrycon pulchripinnis, Hyphessobrycon eques.
Onnivoro, in natura si ciba di tutte le particelle alimentari che trova sul fondale; in acquario è considerato un ottimo pesce pulitore del fondo, si può nutrire
con mangime surgelato, artemia o chironomus, liofilizzato o mangime secco in scaglie o piccoli granuli oppure con le apposite pastiglie.
Pesce molto robusto, non è particolarmente esigente per quanto riguarda i valori chimico-fisici dell'acqua che deve essere solo ben filtrata ed ossigenata; è meglio effettuare,
di tanto in tanto, dei cambi parziali dell'acqua preceduti da una sifonatura del fondo; sono consigliate aggiunte settimanali di Oligoelementi e Bioelementi.
Non esigendo particolari caratteristiche dell'acqua né di alimentazione è molto adatto all'acquario del principiante alle prime esperienze, anzi non vi dovrebbe mai mancare
almeno una coppia di questi simpatici ed utilissimi pesci.
L'unica vera attenzione, per mantenere questo simpatico siluriforme in ottima forma, consiste nel sistemare sul fondo della vasca un substrato formato da ghiaietto dai margini
arrotondati, in quanto un fondo fatto con ghiaietto con i margini taglienti può ferire i delicati bargigli utilizzati dal Corydoras sterbai per scovare il cibo.
La riproduzione è possibile anche all'appassionato purché si doti di una piccola vasca appositatamente deputata; di piccola capacità, con il livello dell'acqua a non più di
venticinque centimetri e dotata di un semplice filtro a spugna sintetica; le uova sono sensibili alla luce e quindi occorre aggiungere all'acqua della vasca da riproduzione un estratto di
torba liquido, che inoltre protegge le uova da eventuali attacchi funginei, schermare la vasca e posizionarla in un posto tranquillo; non occorre un particolare arredamento, basta solo
qualche filo di Ceratophyllum demersum.
Non è facile determinare il sesso dei riproduttori e quindi consigliabile prendere una coppia formatasi spontaneamente nella vasca di comunità; la femmina depone le uova
sulle superfici dell'ambientazione o direttamente sui vetri della vasca ed il maschio le feconda subito dopo; terminata la deposizione è meglio togliere i riproduttori e quasi tutta
l'acqua, senza mai scoprire le uova, rimpiazzandola con altra acqua dalle medesime caratteristiche.
Le uova si schiudono dopo 5 o 6 giorni e dopo altri 2 i piccoli hanno riassorbito il sacco vitellino; solo ora è possibile nutrirli con infusori e rotiferi, dopo una
settimana si possono somministrare naupli di artemia salina fatti schiudere apposta.