Piccolo caraciforme appartenente alla famiglia dei Characidae o Characinidae; in origine proveniva dal Rio Essequibo, in Guyana; ora per la sua bellezza e
per la facilita del mantenimento in acquario oramai è allevato intensivamente per l'acquariologia in tutto il mondo, specialmente in Europa orientale ed in Indonesia.
Presenta un corpo romboidale, molto allungato e compresso lateralmente; la testa è grande ed appuntita; gli occhi sono relativamente grandi e posti in posizione molto
avanzata; davanti agli occhi vi sono due piccole narici, con funzioni olfattive; la bocca, piccola, è posta in posizione terminale e leggermente orientata verso l'alto; il peduncolo
caudale è ben distinto.
La pinna dorsale, lunga e stretta, è posta al centro del dorso ed è sorretta da due spine rigide e da 7 o 8 raggi molli, con l'estremità ramificata; alla fine del dorso,
prima del peduncolo caudale, è presente una piccola pinna adiposala; pinna caudale, di forma trapezoidale, è profondamente divisa in due lobi simmetrici con gli apici arrotondati;
la pinna anale si estende su tutta la parte posteriore del ventre, fino al peduncolo caudale ed è sorretta da 1 o 2 spine rigide, più lunghe, e da 22 raggi molli, con l'estremità
ramificata, più corti ed a scalare; le pinne ventrali, piccole e di forma triangolare, sono poste in corrispondenza della pinna dorsale mentre le pinne pettorali, piccole e strette,
sono poste in posizione giugulare.
La livrea è molto particolare: il corpo, quasi trasparente e con riflessi rosa o verdi, è attraversato da una sottile striscia longitudinale che dall'occhio arriva sino
alla pinna caudale; questa righina, intensamente colorata di rosso spicca distintamente proprio come il filamento incandescente di una lampadina; la pinna dorsale è semi-trasparente
e presenta sul margine anteriore una grossa macchia centrale, di color arancione carico o rosso mentre la parte distale è di color bianco o turchese; le altre pinne sono
semi-trasparenti con riflessi rossastri ed orlate di un turchese iridescente; la parte superiore dell'iride è di un color rosso acceso.
Pesce vivace ma molto pacifico, convive egregiamente con tutti i pesci di piccola taglia , come gli altri caraciformi; è consigliabile tenerlo in branchi di almeno 8 / 10
individui altrimenti diventa timido e pauroso mentre perde la colorazione brillante della righina longitudinale.
Molto adatto alle vasche di comunità, in compagnia di piccoli pesci tranquilli, arredate con una folta vegetazione, composta anche da piante delicate.
Non ha particolari esigenze per quanto riguarda i valori chimici dell'acqua che deve essere solo ben filtrata ed ossigenata, meglio se tramite un
Filtro Esterno pressurizzato con la portata oraria di almeno due volte la capacità dell'acquario; si consiglia anche di effettuare
regolarmente dei cambi parziali preceduti da una scrupolosa sifonatura del fondo per raccogliere i residui più grandi.
Carnivoro in natura; in acquario accetta soprattutto chironomus surgelato ma gradisce qualsiasi altro tipo di mangime: Mangime Liofilizzato, mangime secco in scaglie o
in microgranuli.
La sua riproduzione in acquario è relativamente facile ed alla portata del principiante; per ottenerla occorre una vasca di piccole dimensioni con acqua dalla durezza
molto bassa, valore intorno ai 3° dGh, acidità elevata, valore 6 PH, e temperatura intorno ai 28° C; è necessario che il fondo sia ricoperto da una griglia a maglie larghe; come
arredamento basta qualche filo di Ceratophyllum demersum.
Non è semplice distinguere i sessi ed è comunque sempre meglio far formare una coppia affiatata all'interno di un branchetto di giovani esemplari.
Non appena si vede che un maschio tenta di avvolgere il corpo della femmina con il suo occorre pescare la coppia ed introdurre i riproduttori nella vasca da riproduzione;
dopo la deposizione, che avviene liberamente, occorre allontanare i genitori e cambiare quanta più acqua possibile.
La schiusa delle uova avviene dopo circa 24 / 36 ore; dopo due o tre giorni gli avannotti hanno riassorbito il sacco vitellino e nuotano liberamente; solo ora possono
essere nutriti con infusori, parameci o rotiferi oppure con gli appositi mangimi liquidi per avannotti ovipari.
Dopo un paio di settimane si possono somministrare naupli di artemia salina fatti appositamente dischiudere.
In definitiva è una specie estremamente consigliabile per chi inizia a curare un acquario tropicale.